Depressione: sintomi iniziali

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Depressione sintomi iniziali. Starci attenti.

Nella depressione sintomi iniziali, che sono anche sintomi premonitori, arrivano con una presa di consapevolezza.

Si tratta dell’aspetto forse più importante.

Certo, qui sotto descriverò tutti gli elementi che devono mettere in allarme rispetto alla possibilità di vivere una condizione di depressione, ma è veramente importante fare attenzione a cosa succede prima.

Chiedersi se si potrebbe essere depressi è un segnale importante.

Possiamo dire che in questa fase non importa se in ballo ci sia una vera e propria depressione, ma prima di tutto bisogna iniziare a pensare che questa domanda testimoni un momento di difficoltà.

Superabile? Difficilmente superabile? Momentaneamente insuperabile?

Vediamo.

Depressione: come riconoscerla?

Bisogna fare innanzitutto attenzione.

Di solito c’è, prima di tutto, la sensazione di stare male.

Stare male, ma in un modo diverso dal solito. Forse più prolungato nel tempo, forse più profondo.

Riconoscere la depressione significa sia fare i conti con questa sensazione di sofferenza, quindi accettare l’idea, sia provare a cogliere una serie di segnali che possono rappresentare dei veri e propri sintomi iniziali di una condizione di depressione.

Depressione sintomi iniziali. La tristezza.

“Stare male” è una sensazione che si traduce, solitamente, con “tristezza“.

Tutti sappiamo che della tristezza non si può fare a meno, nella vita di tutti i giorni.

Questa emozione può essere anche molto intensa in caso di eventi come:

La tristezza può essere molto intesa, ed essere anche l’emozione prevalente di un lungo periodo della propria vita.

Basti pensare al lutto, e quanto la tristezza naturale che lo accompagna possa stravolgere il proprio modo di

Tutte queste situazioni sono caratterizzate da esperienze di perdita.

Una cosa da tenere a mente: nella vita le esperienze di perdita sono all’ordine del giorno. Sono fisiologicamente dolorose e vengono fisiologicamente riassorbite.

Nella depressione è diverso: l’esperienza della perdita risulta essere intollerabile, e lo diventa sempre di più.

Il tempo della tristezza si prolunga e la sua esperienza diventa così profonda da finire per coprire tutto il resto.

Piano piano, tutto si ricopre di un velo depressivo.

Depressione sintomi iniziali. Capire la tristezza.

La depressione assume forme diverse: le diverse esperienze di vita fanno sì che ciascuna persona faccia fatica a misurarsi con specifiche difficoltà.

Quando una persona viene a parlarmi delle proprie difficoltà e inizio a raccogliere degli elementi per fare una diagnosi, non mi aspetto di trovare tutti i sintomi che sto per descrivere.

I sintomi della depressione non sono una sorta di copione che viene rispettato rigidamente. Sono piuttosto delle fessure in cui la depressione si infila e si fa strada.

Fessure spesso difficili da richiudere.

I sintomi iniziali della depressione possono presentarsi in modo anche molto sfumato (e un colloquio psicologico può servire anche a fare chiarezza sull’importanza ed il significato da dare a questi sintomi).

Partiamo dai sentimenti legati alla tristezza.

  • La tristezza è un’emozione fondamentale, l’abbiamo già visto. Nella depressione può essere fortemente caratterizzata da una sensazione di disperazione e di vuoto. Frequentemente si piange all’improvviso, inconsolabilmente: tutta la sfera emotiva inizia ad essere percepita come fuori controllo.

Laura sa di non essere mai stata una persona particolarmente espansiva, una di quelle che hanno sempre il sorriso sulle labbra. Però si accorge che da un po’ di tempo le cose vanno peggio.

Non è “lunatica”: sta male. Le sembra che tutto sia partito da un episodio che aveva giudicato banale: ha litigato con un collega di lavoro. Si è sentita mancare il rispetto, si è arrabbiata, ha alzato la voce.

La cosa strana è che da quel momento si sente come se non potesse riuscire a combinare niente di buono sul lavoro, come se non potesse far valere la propria opinione, come se non valesse nulla. Le sembrano tutte idee esagerate, ma non può fare a meno di sentirsi così triste.

  • Senso di colpa: di solito si ha la sensazione, a partire da un episodio specifico, di essere persone senza valore e, anzi, di essere fonte di dolore e fastidio per gli altri.

Diego è diventato insofferente nei confronti della moglie. Le sembra che lei non faccia altro che seccarlo, che cercarlo per fargli delle richieste e dargli degli ordini.

Fantastica sulla possibilità di mollarla, di trattarla male, di fargliela pagare. Le darebbe volentieri un ceffone.

Non solo non fa niente di tutto questo, ma è anche molto accomodante con lei. In più, ogni volta che fa questi pensieri, si sente in colpa. 

Si sente come se l’avesse già tradita, malmenata, umiliata. Diego non sa che fare e non riesce a fare a meno di piangere inconsolabilmente, quando è solo.

  • Irritabilità: è il sentimento prevalente nel caso di bambini e adolescenti, ma anche negli adulti l’irritabilità e la rabbia sono sentimenti molto presenti. Sostituiscono la tristezza quando questa è troppo profonda o quando è legata a rapporti conflittuali in cui si mescolano affetto e rabbia, ma sono presenti anche quando c’è tristezza. In questo secondo caso, compare ad esempio quando le persone vicine faticano a capire la condizione del depresso, oppure quando è necessario affrontare compiti e impegni (lavoro, uscite sociali…) particolarmente dolorosi per il depresso. È un aspetto più presente negli uomini, ma non in modo esclusivo.

Valerio vuole solo essere lasciato in pace. Gli amici gli telefonano, quando lo trovano in giro gli chiedono di bere qualcosa, lo rimproverano perché non chiama. Ma non lo capiscono che vuole stare solo?

Si fossero accorti che non ha tempo, né voglia, adesso. Vuole stare solo per i fatti suoi. Questo non lo capiscono…

Una volta ha anche provato ad accennare al fatto che non si sentiva tanto dell’umore giusto per uscire; gli hanno detto “Dai che ti diverti!”. Non è vero, non sanno lui come si sente

  • Pensieri di suicidio e di autodanneggiamento: i gradi di gravità di questi pensieri sono molto vari. Da situazioni di rischio immediato a pensieri che testimoniano a chi li fa la necessità di prendersi cura di sé, sono strettamente legati ad un senso soggettivo di disperazione.

È stata quasi una sorpresa per Cristina. Si è accorta che nei momenti difficili aveva iniziato a pensare che sarebbe stata meglio da morta, oppure, quando si arrabbiava con se stessa, si immaginava di schiacciarsi una mano o di farsi del male in un altro modo.

È stata una sorpresa perché questo modo di reagire alle difficoltà era diventato la norma per lei.

Solo, ora si è messa a pensare che forse è stanca: stanca di sentirsi così.

Depressione sintomi iniziali. Sofferenza della mente e del corpo.

Non sono solo gli aspetti più densamente emotivi, come quelli visti ora, a poter svolgere il ruolo di sintomi premonitori della depressione.
Per riconoscerla, occorre fare attenzione ad altri e diversi segnali:
  • Pensieri negativi: tutto si tinge di un fosco velo nero. Le idee, le intenzioni e le aspettative negative sono sempre più prevalenti.

Tiziana è un po’ seccata con se stessa. Vorrebbe essere capace di essere più positiva.

Anzi, se lo dice spesso: <<Devi pensare in modo positivo. Non ti devi far abbattere. Devi essere forte>>.

Tutte queste cose, però, semplicemente non accadono.  Tiziana è sempre più triste e sta diventando sempre meno facile vederla uscire o vederla che si interessa con passione di qualcosa di nuovo. 

Sembra che per lei sia proprio difficile accettare che le cose non vanno tanto bene.

Pietro di solito è scrupoloso sul lavoro e pieno di attenzioni per la famiglia. 

Da qualche mese ha iniziato a scordare alcune scadenze, per fortuna niente di importante. Si è quasi dimenticato anche del suo anniversario di matrimonio, il che gli è dispiaciuto.

Dove ha la testa? Non direbbe che ha pensieri particolari, e così risponde quando qualcuno gli fa notare che sembra diverso dal solito.

Forse è un po’ preoccupato, ha tanto lavoro, poi deve sentire gli operai per sistemare il bagno di casa e non si è ancora deciso a farlo… Sono sciocchezze, no? Eppure non riesce a levarsi queste cose dalla testa…

  • Sintomi fisici: per alcune persone, la depressione inizia a manifestarsi attraverso il corpo. Si sta male, in modi anche inconsueti e non sembra esserci modo di cambiare le cose. Mal di testa, mal di schiena, difficoltà a digerire: un costante senso di disagio.

Paolo non ha mai avuto un mal di testa in vita sua. Da un po’, invece, ha iniziato ad avercelo, anche spesso.

E non c’è modo di mandarlo via. Deve rimandare impegni, non risponde al telefono e sta volentieri a casa propria, al buio.

Si fa vedere da un medico che gli dice che sarà lo stress… Però non passa. 

Qualche mese fa si è lasciato con la compagna, era una storia importante; non saprebbe dire cosa se le cose siano legate, però…

  • Spossatezza e perdita di interesse: uno degli effetti più comuni della depressione è la perdita di energie. La depressione compare nella propria vita come una sorta di filtro fra sé e il mondo. Tutto rallenta, tutto diventa pesante e faticoso. Sono poche le cose che riescono a passare e a stimolare l’interesse di una persona stanca, spossata, che ha sempre più bisogno di riposo.

Laura ha iniziato a fare dei riposini pomeridiani che non aveva mai fatto prima. E ha sempre preso in giro le amiche che dicevano di averne bisogno! Insomma, deve proprio farli: non dorme bene, e si sveglia stanca.

Non è che questi brevi sonni durante la giornata abbiano cambiato di molto le cose, a dire il vero. 

È più una questione di fare in modo di avere le energie sufficienti per affrontare la giornata, che di sentirsi riposati… 

Laura inizia anche ad accorgersi che questo bisogno di dormire sta iniziando a togliere tempo alle cose importanti. Ma è così stanca…

  • Sintomi relativi all’alimentazione: una perdita consistente e involontaria di peso o anche un aumento dell’appetito sono fenomeni molto frequenti nella vita di una persona depressa. Una funzione così fondamentale per la vita passa in secondo piano e viene rivalutata inconsapevolmente alla luce della depressione: manca la voglia di mangiare (oppure mangiare ha un valore consolatorio), manca la voglia di occuparsi della preparazione dei pasti. Mangiare assume un nuovo significato.

Sei apatico!“, dicono a Nicola. Sarà…

Però, effettivamente, non solo non ha molta iniziativa, ultimamente, anche le cose di tutti i giorni sono diventate una seccatura.

Mangiare è la più odiosa di tutte. Non solo da un po’ si è stufato di preparasi i pasti (mangiare da solo gli dà poca soddisfazione), ma si è proprio trovato a pensare “a che pro?”.

Agli amici sembra strano, ma per lui ha senso (anche se fatica a spiegarlo): non ne ha voglia, non si sente sufficientemente motivato.

Ha un brutto aspetto scavato? Poco male, non è che si senta granché bene, a dirla tutta.

Lucrezia sa cosa succede quando vive un periodo negativo: inizia a ritirarsi, a voler stare fra le proprie cose e di vedere altre persone non le interessa nulla.

Non è che smetta di lavarsi di proposito. Semplicemente, è meno motivata a farlo.

A chi interessa? Le piacerebbe anche, trovare le forze, ma è così difficile…

Ogni volta è fiduciosa che passi, allora aspetta. Questa volta però le sembra un po’ diverso: è passato già molto tempo, e le sembra di non essersi mai sentita così tanto giù.

Cosa fare davanti ai sintomi iniziali della depressione

Una volta riconosciuti i sintomi iniziali, molte persone si bloccano, prese dalla paura.

Forse è solo un momento.

Nessuno è felice di pensare di essere depresso, e più aumentano gli indizi che portano a questa idea, più si presenta la tendenza a sperare che passi, o che non sia poi così grave.

Solo formulare l’idea richiede coraggio, perché la depressione è qualcosa che tocca gli aspetti più intimi della vita di una persona.

I sintomi non sono casuali: si inseriscono all’interno di una storia di vita.

L’elenco che si trova in questa pagina non sempre rende giustizia al ruolo che queste cose hanno nella vita di chi le prova.

Però si tratta di qualcosa da conoscere, qualcosa su cui riflettere.

Il mio lavoro di psicologo nei colloqui di consultazione, cioè quelli in cui aiuto qualcuno a capire se stia soffrendo di depressione, è proprio quello di aiutare una persona a vedere come delle parti della propria vita siano diventate -spesso lentamente ed in modo subdolo- dei sintomi, che portano dolore e tolgono piacere.

Quando una persona si fida a sufficienza della possibilità di stare meglio, allora il miglioramento inizia a diventare possibile.

La depressione richiede molte energie, tutti i giorni, per essere combattuta.

Stare meglio significa riprendersi per sé quelle energie.