Agorafobia

Cura Agorafobia a Padova e via Zoom

Cos’è l’agorafobia

Dire che una persona agorafobica ha paura ad uscire di casa o non riesce a prendere l’auto è corretto ma non è tutto.

Vivere l’agorafobia in prima persona significa dover gestire forti sensazioni, corporee ed emotive, saldamente intrecciate fra loro.

Certo, si parte dall’ansia. Da lì non si scappa.

L’ansia è il fenomeno più immediatamente doloroso dell’agorafobia: alcune situazioni diventano semplicemente ingestibili, oltre che dolorose (spesso fisicamente dolorose).

È caratteristico dell’agorafobia che alcune situazioni diventino fonte di ansia; si tratta ad esempio della gestione degli spazi aperti, delle folle e dei mezzi (vedremo subito altri dettagli).

Proprio queste situazioni ansiogene rappresentano il campanello d’allarme per la persona che inizia a chiedersi:

Cos’ho?

Sintomi dell’agorafobia

Facciamo un approfondimento.

È utile parlare di agorafobia quando sintomi ansiosi si presentano in determinate condizioni.

I sintomi ansiosi possono arrivare sotto forma di episodi ansiosi acuti diversi dai veri o veri e propri attacchi di panico (che hanno caratteristiche diverse).

Si possono provare:

  • Palpitazioni / tachicardia
  • Confusione
  • Vertigini / Sensazione di testa vuota / Annebbiamento della vista
  • Tremori
  • Dolore / fastidio al petto
  • Nausea
  • Improvvisa sudorazione
  • Sensazione di distacco dalla realtà o da se stessi
  • Sensazione di soffocamento o difficoltà a respirare
  • Svenimento

Nell’agorafobia, queste sensazioni si presentano quando una persona è messa  a confronto con determinate situazioni:

  • Spazi aperti
  • Trovarsi fuori casa da soli
  • Spazi chiusi (tipicamente pubblici ed affollati)
  • In mezzo alla folla o altri assembramenti di persone (come le file)
  • Sui mezzi pubblici (autobus, treno, aereo)
  • Guida dell’automobile

Vengono dunque messi in campo comportamenti di gestione dell’ansia come:

  • Evitare situazioni ansiogene
  • Farsi accompagnare da un familiare
  • Portare sempre con sé farmaci ansiolitici

Il problema centrale dell’agorafobia

Come proponevo prima, dire che si prova ansia quando si deve uscire di casa da soli, ad esempio, è un punto di partenza necessario ma non è sufficiente.

Se si desidera trovare una cura per l’agorafobia, è importante trovare una caratteristica che sia al cuore del disturbo.

L’agorafobia ha molti sintomi in comune con altri tipi di malesseri psicologici: la fobia e ritiro sociale (che riguardano prevalentemente il contatto con gli altri), l’amaxofobia (la paura di guidare l’automobile), manifestazioni ansiose caratteristiche di alcuni disturbi di personalità…

Ciascun disturbo, però, ruota attorno ad un problema che è centrale per la vita della persona che lo vive ed è quel tema a dover essere risolto.

È utile interpretare forme ansiose caratteristiche dell’agorafobia (sentirsi male lontano da casa, non riuscire ad affrontare il mondo esterno da soli) come una problema di sicurezza.

Chi soffre di agorafobia non riesce a sviluppare il senso soggettivo di sicurezza di cui ciascuno di noi ha bisogno per svolgere attività in cui dobbiamo saperci arrangiare.

Chi soffre di agorafobia non si sente sicuro di poter svolgere autonomamente delle azioni normalmente alla portata di tutti (aspetto, questo, che fa particolarmente soffrire).

Dato che manca un sufficiente senso di sicurezza interiore su cui fare affidamento, chi soffre di agorafobia si trova nella condizione di dover cercare questa sicurezza al di fuori di sé: all’interno delle robuste e note mura di casa, nelle persone fidate, nelle situazioni familiari.

Se l’agorafobico dentro di sé non si sente sicuro cosa fa? Tenta di creare delle condizioni esterne di sicurezza.

Si può dire che l’agorafobia è un tentativo di trovare una soluzione di emergenza per risolvere il problema della mancanza di sicurezza.

  • Se non esco di casa non c’è bisogno di sentirsi sicuri.
  • Se mi faccio accompagnare non devo affrontare il mondo esterno da solo.
  • Se evito una folla non c’è bisogno di sentirsi a proprio agio.

Chiaramente, si tratta di una soluzione provvisoria e dolorosa:

  • Si è persone adulte che non riescono con difficoltà che impediscono di fare molte attività caratteristiche delle persone adulte: si sente di non poter contare su se stessi (spostarsi facilmente, a volte lavorare, coltivare una vita di relazioni)
  • Si soffre pensando che gli altri abbiano una cattiva opinione di sé.
  • Si tende a restringere sempre di più il tipo di azioni che si sente di riuscire a compiere.

Trovare una Cura per l’agorafobia

Dott. Matteo Albertinelli, psicologo per l’agorafobia a Padova e via Zoom

Dott. Matteo Albertinelli Psicologo e Psicoterapeuta

In quanto psicologo e psicoterapeuta mi occupo della cura psicoterapeutica dell’agorafobia.

Cito subito l’altro intervento che è più importante valutare, in questa situazione: la farmacoterapia.

La cura farmacologica può dare un sostegno importante per rendere sopportabili gli episodi ansiosi, e va assunta sotto rigoroso controllo psichiatrico. A molte persone l’idea di assumere farmaci non piace, ma è importante dire che è un’opzione da considerare seriamente.

La psicoterapia, invece, ha una funzione fondamentale nella cura dell’agorafobia: ricostruire la capacità di sentirsi sicuri.

La psicoterapia psicoanalitica è una situazione in cui le emozioni (soprattutto quelle negative) vengono identificate e collegate alle situazioni ed ai pensieri che le fanno nascere.

Questo lavoro mette il paziente nelle condizioni di trovare delle soluzioni alternative ai propri problemi, riconquistando mano a mano il terreno ceduto all’agorafobia.

Trovare autonomamente delle soluzioni permette innanzitutto di cambiare la propria vita in modo coerente con chi si è: si inizia a fare quello che si desidera fare e quello che si è in grado di fare in quel momento.

Questo permette di arrivare a risultati che vengono poi mantenuti nel tempo. Nella psicoterapia psicoanalitica si fa proprio uno stile di gestione dei pensieri e delle emozioni che

  • Aiuta ad affrontare ed eliminare i sintomi.
  • Resta come patrimonio personale e può essere messo in gioco anche dopo la fine della psicoterapia.

Stare da soli fuori casa, accettare di guidare in una zona tranquilla, chiamare un amico per passare del tempo assieme dopo aver rifiutato tante delle sue proposte sono successi che testimoniano la ricostruzione di un fondamentale senso di sicurezza.

Prendere la decisione di iniziare un trattamento psicoterapeutico può rappresentare il primo, importante passo verso l’acquisizione di questa sicurezza: ci si sente, dopotutto, abbastanza sicuri da iniziare ad affrontare difficoltà con cui si convive dolorosamente da tempo.

Perché farlo via Zoom?

Chi soffre di agorafobia si trova nella particolare situazione di avere difficoltà a raggiungere lo studio dello psicologo (difficoltà che spesso riguardano anche i problemi relativi al dover coinvolgere altre persone per farsi accompagnare).

I colloqui online, via Zoom possono avere la funzione di rendere il trattamento più accessibile.

Lavoro a distanza sia con persone fisicamente vicine che lontane:

  • per qualcuno tutta la terapia può iniziare e finire online
  • per altri può rappresentare un ponte per avere una possibilità concreta di iniziare un trattamento che, quando possibile, verrà integrato con sedute “dal vivo” o convertito in un trattamento completamente in presenza.

La cosa fondamentale è avere un’occasione concreta di iniziare il proprio percorso di cura dell’agorafobia, prendere in mano la propria vita e iniziare a stare meglio.