Perché non riesco a lasciarlo anche se mi fa soffrire?

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Perché non riesco a lasciarlo anche se mi fa soffrire?

Siamo sinceri, a chi nella vita non è mai capitato almeno una volta di credere in un amore difficile, di impegnarsi con tutto il cuore in una relazione che non ci rende davvero felici? E nonostante tutto fare i conti con la domanda più ovvia: “Perché non riesco a lasciarlo anche se mi fa soffrire”?

Chiariamo subito un punto: le relazioni perfette non esistono.

Al contrario il conflitto è una parte essenziale dei rapporti perché regala una grande opportunità, quella di crescere come persone e come coppia, ma per riuscirci  dobbiamo avere la forza di metterci in discussione.

Procediamo con ordine e cerchiamo di comprendere perché, nonostante la sofferenza, ci sentiamo troppo innamorati per lasciarlo. Ma ancora più importante, cerchiamo di capire quando, di preciso, abbiamo attivato quel meccanismo perverso che ci ha fatto ricercare relazioni infelici.

Il grande potere dell’autostima

Quali sono le motivazioni che ci tengono ancorate ad una storia a senso unico? Perché tra tanti proprio quello è l’uomo che non riesco a lasciare anche se mi fa soffrire? Le motivazioni, ahimè, possono essere tante e diverse tra loro ma una possibile spiegazione risiede nella propria autostima.

La ragione principale per cui la bassa autostima è uno dei principali motivi di ostinazione è da ricercare nel passato, in quei rapporti familiari che l’hanno alimentata in tempi lontani.

 

In genere le donne che si aggrappano a rapporti insoddisfacenti sono persone che si sono sentite poco valorizzate e pertanto riversano nella relazione tutte le loro aspettative di realizzazione personale conducendo una vera e propria battaglia che non hanno intenzione di perdere.

Ma perché tutto ciò? Cosa determina questa mancanza? Una grande ostinazione nel voler ottenere, da grandi, quelle attenzioni indisponibili in passato e che conducono alla ricerca di un rapporto che faccia stare bene oggi, costi quel che costi.

Dobbiamo però fare un’altra considerazione: le storie complicate capitano più frequentemente nei momenti di forte fragilità (un rapporto conclusosi in maniera fallimentare o un periodo di grande solitudine).

In questi casi l’attaccamento diventa ancora più tenace perché si vuole a tutti i costi far funzionare qualcosa che deve compensare l’insuccesso precedente.

Perciò investiamo tempo ed energie in un rapporto doloroso, pur sapendo che provoca sofferenza, in quanto l’alternativa  presenterebbe un conto salatissimo da pagare in termini di autostima.

Lo voglio ad ogni costo: l’amore è sacrificio

“Il mio amore incondizionato ti farà innamorare di me” è forse una delle frasi più comuni in questi rapporti ed è altrettanto il presupposto più sbagliato da cui partire.

La convinzione secondo la quale se sarai abbastanza brava, sexy, mamma, intrigante, allegra, dolce, forte ed indipendente riuscirai a tenerlo accanto a te e, soprattutto, a fargli venir voglia di impegnarsi in un rapporto duraturo, comporta sacrifici indicibili.

Il risultato di questo modo di agire è semplice: i nostri desideri saranno completamente subordinati ai suoi e la personalità andrà lentamente ad annullarsi.

In pratica l’esatto contrario di quello che dovrebbe essere un rapporto d’amore dove l’autenticità, la trasparenza dei sentimenti, il riconoscersi nei propri pregi e difetti risultano essere le fondamenta sulle quali edificare un rapporto duraturo e sincero.

Mascherarsi come la donna perfetta solo ed esclusivamente per compiacere l’uomo che hai accanto non potrà in alcun modo garantirne l’innamoramento, piuttosto potrebbe farlo scappare lontano anni luce.

Questo comportamento non fa altro che trasformare la relazione in un investimento unilaterale dove da una parte c’è una donna convinta di poter cambiare il proprio compagno e dall’altra un uomo che si sente messo alle strette.

È quello che accade quando ci si innamora dell’uomo potenziale e non di quello effettivo, quando una donna si aggrappa con tutta se stessa, sopportando qualsiasi mancanza, all’idea che lui possa diventare un’altra persona solo perché è quest’ultimo il tipo di uomo che desidera.

Ma lui non è così, è diverso, e non fa concessioni ai nostri desideri contrariamente a te che nella relazione impieghi tutto quello che hai, al punto tale da vivere nella fantasia di ciò che potrebbe essere piuttosto che nella realtà di ciò che è effettivamente.

Il desiderio che lui cambi diventando qualcuno che non può essere annulla totalmente i principi base di un rapporto d’amore: il rispetto nei confronti della natura dell’altra persona.

Ed ecco perché non riesci a lasciarlo anche se ti fa soffrire, perché nella tua fantasia hai idealizzato una figura maschile che è distante dalla realtà.

Se non mi ama è colpa mia, ecco perché non riesco a lasciarlo

Un altro aspetto delle relazioni difficili è rappresentato dal colpevolizzarsi per il comportamento scorretto del partner fino a giustificare qualsiasi maltrattamento psicologico da parte di quest’ultimo nei confronti della donna.

Le conseguenze di un atteggiamento del genere sono i continui tradimenti, bugie ed egoismi del proprio compagno che vengono accettati in nome di un amore che non è ancora nato. Ed indovina per colpa di chi?

Invece non è così, non è colpa tua se lui continua a tradirti, non devi accettare le sue bugie devi capire perché ti sei infilata in questa situazione e perché, in qualche modo, hai cercato proprio lui.

Esistono una serie di uomini che hanno tratti narcisistici molto marcati oppure sono provati da difficoltà affettive importanti ed è questa la ragione che li porta a non riuscire nell’impegno di una relazione duratura.

Non sei tu ad essere poco attraente, interessante o intrigante e la sua forse non è una difficoltà momentanea, per cui non lasciare che la tua scarsa autostima provochi una dipendenza affettiva tale da sfociare in vera e propria violenza.

Anche perché è possibile uscire da questa empasse,  comprendendo che l’equazione “lui non mi ama = io non sono amabile” è errata; ed è di fondamentale importanza capire che la relazione va inquadrata in un’ottica alla pari.

Come faccio a lasciarlo anche se mi fa soffrire?

Innanzitutto è meglio che tu fissi bene in mente questo concetto: uscire da una relazione malata è possibile e dipende solo ed esclusivamente da te.

Un primo passo è rendersi conto di stare lì ad investire tempo ed energie sia fisiche che emotive in un rapporto che non ha i requisiti per funzionare.

Non ha senso cambiare l’altro, non potresti comunque farlo, è una battaglia persa in partenza ed è di vitale importanza che tu te ne renda conto nel più breve tempo possibile.

Cerca fonti di realizzazione personale, impara ad investire su te stessa (nel lavoro e nelle amicizie per esempio) dando il giusto valore a ciò che hai, altrimenti ti ritroverai “sola” e con la  relazione.

Ricorda, inoltre, che in un rapporto si è in due e la tendenza ad accompagnarti con persone che sono fredde emotivamente e non inclini ai rapporti duraturi ha anche una seconda chiave di lettura che coinvolge direttamente te.

Sebbene tu sia convinta di desiderare stabilità, una parte di te può temere l’amore ed una relazione seria allo stesso modo in cui spaventa il tuo partner e l’impossibilità di costruire qualcosa di solido potrebbe rappresentare proprio quello che cerchi.

E quando riuscirai ad essere consapevole in pieno dei tuoi desideri ed a contenere le tue ansie sulla coppia e sull’amore, capirai che non avrà più senso accompagnarti ad uomini anaffettivi perché inizierai ad essere disponibile per un tipo diverso di uomo ed ovviamente per un tipo diverso di relazione.