Depressione e rabbia

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La rabbia è una delle emozioni centrali della depressione.

Una persona depressa però può non avere questa percezione.

O meglio, una persona depressa può considerare piuttosto “sbagliata” la propria rabbia e fare di tutto per evitarla.

E questo è un guaio.

Depressione e rabbia

Una delle esperienze più frequenti in cui ci si concede rabbia, in una situazione di depressione, è quando ci si sente pressati dagli altri.

Dai loro consigli e richieste, dalla sensazione che non siano in grado di mettersi nei panni di qualcuno che sta male e comportarsi di conseguenza, almeno qualche volta, quando sarebbe importante.

Queste arrabbiature che nascono dall’esasperazione sono però solo la punta dell’iceberg, in un certo senso.

Sono l’espressione di una rabbia che ribolle piuttosto di frequente ma che si tende a concedersi di esprimere solo in situazioni di pressione.

Gestione della rabbia nella depressione

Da un certo punto di vista, nelle persone depresse la rabbia tende ad avere uno sfogo sicuro, ma non certo indolore: tende ad esprimersi più facilmente sottoforma di sensi di colpa.

Anzi, possiamo pensare ai sensi di colpa proprio come ad una strategia di gestione della rabbia con una finalità precisa, quella di rendersi innocui.

Accuso e attacco me stesso per prendere una pallottola che si teme sarebbe destinata ad altri.

Solitamente una persona depressa tende a provare un certo dispiacere verso la propria rabbiosità.

Tende ad avvertire una certa paura che questa rabbia prenda piede troppo e faccia qualche danno.

È come se nella mente della persona depressa la rabbia venisse ingigantita e trattata come qualcosa di particolarmente pericoloso ed esplosivo.

Insomma, chi è depresso può fare una significativa fatica a riconoscersi il diritto di arrabbiarsi.

…eppure è qualcosa che, in astratto, ci si potrebbe pure riconoscere e, anzi, non si fa fatica a riconoscere questo diritto agli altri: arrabbiarsi dopo tutto dovrebbe essere una parte necessaria della vita.

[Ho scritto un articolo dove entro più nello specifico delle dinamiche del senso di colpa.]

Depressione e rabbia verso gli altri

Depressione e rabbia verso gli altri

Le persone depresse tendono a provarle un po’ tutte per “neutralizzarsi“, per così dire, cioè per eliminare dal loro comportamento e dai loro pensieri ogni traccia di aggressività.

Questo ha una funzione importante, perché, se l’operazione ha successo, è possibile evitare di vedere se stessi come persone aggressive e finire di conseguenza per sentirsi ancora una volta cattivi e indesiderabili.

L’aggressività però non è qualcosa a cui si possa rinunciare del tutto, però.

Anzi, serve a difendere i propri confini personali e, soprattutto, a difendere le cose buone che ci sono dentro di sé.

Se non si è in grado di lottare per la propria autostima si finisce per essere costantemente soggetti a processi di autosvalutazione: “tutti sono migliori, più intelligenti, più buoni di me“.

Inevitabilmente, però, in qualche momento una porzione anche minima di rabbia finirà per essere espressa da una parte sufficientemente non depressa di sé che resiste solitaria agli attacchi dei sensi di colpa e dell’autosvalutazione.

Uno dei metodi inconsapevoli più efficaci per esprimere questa rabbia è attribuire la colpa di un comportamento poco virtuoso, scorretto o meschino ad altri.

È come se si spostasse l’obiettivo: non penso a difendere me stesso, mi preoccupo di difendere qualcuno o qualcos’altro, come un ideale o delle altre persone a cui si vuole bene, o qualcosa cui si tiene in particolare.

Tutto questo senza che vi possano essere troppi sospetti di egoismo: “Se non è per me, allora ci si può arrabbiare“.

È come se si riuscisse, inconsapevolmente, a creare una sovrapposizione fra se stessi e l’oggetto difeso: “Non proteggo me, ma una cosa importante per me (che, in definitiva, è come se fosse anche una parte di me)”.

Questo permette a tutta la rabbia non espressa prima di trovare uno sfogo, ad esempio attraverso aggressività verbale, insulti, prese di posizione.

Gli altri con cui ci si arrabbia, in queste situazioni, sono particolarmente simili a quelle forze interne che umiliano, vessano e puniscono quotidianamente la persona depressa.

Per una volta, arrabbiandosi, è come se ci si potesse prendere almeno un po’ cura di sé, ribellandosi a quelle parti di sé di cui abitualmente si è vittima.

[Ho scritto un altro articolo sulla depressione e la rabbia nei confronti del partner].

Origine della rabbia nella depressione

Possiamo dire che all’origine del problema della rabbia in chi è depresso c’è la tendenza a mettersi in secondo piano rispetto agli altri, come se si appartenesse ad una categoria inferiore, come se ci si trattasse come una persona di serie B.

La paura nei confronti della propria rabbia e il senso di colpa incastrano chi soffre di depressione in una mentalità in cui attendersi soprusi da parte degli altri è quasi normale, perché si è i primi a pensare di meritarsi di essere maltrattati.

Non concedersi il diritto di arrabbiarsi (se non in situazioni particolari) significa finire per relegarsi attivamente al ruolo di qualcuno che dovrà costantemente subire decisioni e prese di posizione da parte degli altri.

Pensando a queste cose, tra l’altro, c’è il rischio che una persona depressa si senta ancora più mortificata ed esausta, come se anche questi processi di pensiero così autolesivi fossero una colpa.

Se chi è depresso sente di doversi comportare in questo modo, però, non è per puro masochismo.

Trattenere la propria rabbia è una delle espressioni di una visione deprezzata di sé.

Non ci si concede nulla, nemmeno di essere arrabbiati, perché ci si considera inadeguati, sbagliati.

Trattenere la rabbia ha la funzione di rendersi il più accettabili possibili per le altre persone.

Insomma, soffocare la rabbia è anche un faticosissimo tentativo di cercare un posto per se stessi nel mondo. Questo ha a che fare, soprattutto, con il tentativo di rendersi degni dell’affetto delle altre persone.

[Altrove ho scritto più nei dettagli del bisogno di affetto e di attenzione].

Depressione e rabbia: un tentativo di stare meglio

Quando una persona depressa inizia a sentire di pretendere da se stessa più di quanto non sarebbe lecito pretendere da chiunque altro, è il momento in cui sta iniziando mettere in discussione l’utilità di un tale livello di pressione su di sé.

Come dire: “Forse potrei iniziare a trattare me stesso più come una persona che come un problema“. “Forse il punto non è che sono cattivo, ma che anche io devo poter esprimere i miei bisogni“.