Figli che maltrattano le madri (Adolescenza)

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Quando un adolescente maltratta i genitori rabbiosamente e in modo ricorrente questo molto spesso ha a che fare con la sensazione di dover fare molto da sé.

Se non mi gestite voi, mi gestisco io e allo stesso tempo che comunico con quanta più forza possibile tutta la mia frustrazione“.

Questa situazione generale però si concretizza in molte e differenti declinazioni e per ciascuno dei quali si può trovare un aspetto che diventa di volta in volta prevalente e che finisce, per così dire in primo piano.

Insomma, ci sono diversi “tipi” aggressività adolescenziale, dalla mancanza di rispetto alla violenza.

Quando i figli adolescenti maltrattano le madri

Una delle più diffuse queste situazioni aggressività adolescenziale è quello dei maltrattamenti che investono prevalentemente la mamma, solitamente da parte di un figlio maschio.

La prima fra le motivazioni che solitamente vengono collegate a questo tipo di fenomeno di solito riguarda il fatto che, dal punto di vista dell’adolescente, la mamma spesso rappresenti la componente debole della coppia dei genitori. Come se la regola implicita fosse:

Se ti permetti di fare queste cose col papà guarda che le prendi

(Sottointeso: “Con la mamma invece questo non succede“)

Questa prima, sgradevole idea, ha anche un’utilità pratica, soprattutto nel senso di sollecitare le mamme a pensare in che modo sono coinvolte nel comportamento del figlio, spesso con il risultato di provocarlo o di frustrarlo, pur senza avere la minima intenzione di farlo.

Quello che rischia di passare in secondo piano, però, è che questi attacchi alla mamma non hanno lo scopo sadico di individuare in lei una vittima fragile, ma quello di strappare alla mamma una soluzione ad alcune difficoltà psicologiche.

La paura dei figli adolescenti che maltrattano le madri

Quando vanno ragionevolmente bene i rapporti tra mamma e figlio sono caratterizzati da un oscillazione fra momenti di rabbia e momenti d’amore (con una prevalenza netta dei momenti di amore su quelli di rabbia).

Ecco, il fatto che l’affetto prevalga è un primo dato importante perché permette di costruire la sensazione che

con la mamma che si occupa di me, mi posso anche arrabbiare senza che questo accudimento venga meno e che il rapporto sia compromesso e senza che il suo amore per me venga meno“.

Anzi, le riappacificazioni dopo le litigate sono proprio delle occasioni di conferma della solidità del legame.

Se l’adolescente ha dei dubbi, non tanto sull’amore della mamma ma sul fatto di essere un ragazzo degno di amore (cioè se quell’adolescente ha un’autostima carente), può desiderare ardentemente di ricevere questo genere una conferma del proprio valore.

Una delle possibili conseguenze di una situazione in cui l’adolescente si sente incerto rispetto al proprio valore personale è proprio il fatto che quell’adolescente può avvertire il bisogno di ricevere forti e costanti conferme sul fatto di “andare bene”.

Per ottenere questo genere di conferme sul proprio valore, quell’adolescente può avere bisogno di creare un gran numero di episodi in cui “si comporta male”, con la paura di scoprire una mamma esasperata che gli rimandi un’immagine negativa di lui e, parallelamente, con la speranza che quella stessa mamma dimostri di volergli bene oltre ogni difficoltà nel loro rapporto.

Bisogni dei figli adolescenti che maltrattano le madri

Ci sono poi degli altri aspetti che sono implicati nel maltrattamento della madre da parte di un figlio grande e che riguardano i bisogni emotivi dell’adolescente. Uno dei più importanti è la richiesta di accudimento che può essere implicita nel comportamento maltrattante.

La mamma è la figura che si è sempre occupata di me; ora pretendo la sua attenzione e il suo aiuto e se necessario lo farò urlando“.

Certo, quando questa richiesta viene veicolata attraverso atteggiamenti scontrosi o aggressivi, anche violenti, è anche perché il ragazzo ha subito una situazione di frustrazione che lo spinge a richiedere un sostegno ulteriore.

Una nota: qui va anche tenuto conto del fatto che esprimere una richiesta di aiuto un’adolescenza è sempre qualcosa di particolarmente faticoso, anche solo per il fatto che può essere avvertito come una minaccia al proprio senso di autonomia.

Allo stesso tempo, però, la mescolanza di desideri di supporto e vicinanza con quelli di rabbia può funzionare anche al contrario. La rabbia, cioè, può non solo avere la funzione di esprimere un desiderio di accudimento difficile da mandare giù, ma anche un desiderio di autonomia che è vissuto con una certa apprensione: l’adolescente cioè, in alcuni casi, vorrebbe sentirsi più grande e indipendente ma non è così sereno all’idea di allontanarsi dalla mamma;

La rabbia implicita nel comportamento maltrattante può testimoniare in questi casi proprio l’ambivalenza nei confronti di una mamma,

  • dalla quale ci si vuole un po’ allontanare,
  • ma che allo stesso tempo non si vuole ferire
  • e a cui si rimprovera l’intensità del legame.

I maltrattamenti nei confronti della mamma, cioè, sono tentativi di regolare con la forza dei rapporti con la mamma in cui l’adolescente sperimenta sentimenti contrastanti che provengono da dentro di lui e di cui sente l’urgenza di liberarsi.

Ciascun caso, chiaramente, prevede non solo una prevalenza di alcuni aspetti che possono essere dominanti in un adolescente e non in un altro (ad es. la paura del proprio bisogno di essere un po’ bambino piccolo e dipendente), ma anche qualcosa che è presente in ciascuna di queste situazioni: il bisogno che l’adolescente prova di far procedere “a forza” un processo di crescita che avverte come paurosamente vicino alla paralisi.

I suoi bisogni emotivi, cioè, lo bloccano e gli rendono difficile ogni cambiamento e questo, per un adolescente, è abbastanza spaventoso.

Ad ogni modo, un aspetto che mi sembra più importante sottolineare è il fatto che il maltrattamento della mamma, nei suoi tentativi di coinvolgere la mamma in questa spinta verso la crescita, può esprimere l’intensità di un rapporto madre-figlio e, in un certo senso, la sua profonda forza.