Adolescenza: problemi con i genitori. Come gestire i problemi in famiglia?

Contenuti

Adolescenza: problemi con i genitori

L’adolescenza è un periodo della vita in cui la ricerca di un’identità più chiara e lo sviluppo della capacità di essere autonomi sono fondamentali.
Questi obiettivi creano una condizione in cui i problemi con i genitori sono naturali e spesso inevitabili.

I problemi con i genitori, cioè, sono un fenomeno comune dell’adolescenza e possono manifestarsi in diversi modi e con vari gradi di conflittualità.

Quali sono i problemi con i genitori nell’adolescenza

Ci sono diversi tipi di problemi che possono sorgere tra gli adolescenti e i loro genitori, che variano per intensità da conflitti superficiali a situazioni manifestazioni di aggressività significativa.

Prendiamo tre esempi comuni di questi problemi, cioè la mancanza di rispetto, la mancanza di intesa reciproca e la mancanza di comunicazione.

  • Con mancanza di rispetto intendo una difficoltà caratterizzata dalla messa in discussione delle regole in forme che vanno dal provocatorio a, in alcuni casi, comportamenti violenti, soprattutto nei confronti della madre. L’aspetto caratteristico non è il fatto di mettere in discussione apertamente le regole e i limiti stabiliti dalla famiglia, cosa frequente e anche desiderabile in adolescenza. Si tratta soprattutto di disobbedire e contemporaneamente provocare una reazione da parte dei genitori, così da testare l’affidabilità delle loro regole.
  • La mancanza di intesa, la mancanza di una sintonia nelle scelte e decisioni, è invece un problema diverso. Un esempio tipico di mancanza di intesa riguarda le differenze nelle aspettative dei genitori riguardo all’impegno nello studio: da un lato ci sono le aspettative dei genitori, dall’altro la volontà del ragazzo di investire un impegno inferiore a queste aspettative. Questo tipo di conflitto può portare a una mancanza di comprensione reciproca, delusione e, sostanzialmente un disallineamento rispetto ad obiettivi e desideri.
  • La mancanza di comunicazione è un altro problema che può sorgere durante l’adolescenza. In situazioni di questo tipo, il ragazzo diventa spesso inaccessibile e difficile da comprendere. Ciò può accadere perché l’adolescente ha qualcosa di cui si vergogna e che ritiene incomunicabile o perché teme che i genitori non lo capiranno. Di conseguenza, diventa difficile per i genitori capire cosa stia pensando o cosa stia attraversando sul piano emotivo. Questo tipo di situazioni sono caratterizzate dalla sfiducia nella possibilità di essere capito provata dall’adolescente. Può darne la colpa a sé stesso, ad esempio pensando che quello che deve dire è troppo brutto o grave per essere ascoltato, oppure può incolpare i genitori, colpevoli di non essere capaci di ascoltarlo.

Problemi adolescenziali con genitori e la famiglia

Come dicevamo, i problemi fra genitori e adolescenti possono presentarsi con diversi gradi di conflittualità. Questa conflittualità può suscitare diversi sentimenti negativi nei genitori che la incontrano: può far arrabbiare, essere accolta come se fosse ingiusta o anche far preoccupare come se la presenza di una conflittualità fosse la prova del fatto che qualcosa è andato fuori controllo.

Di conseguenza, i genitori possono sentirsi tenuti a spegnere la conflittualità, o addirittura ad anticiparla prima che si presenti.

È importante rassegnarsi, in un certo senso.

Non è piacevole, ma è perlomeno realistico pensare al conflitto come qualcosa di inevitabile.

Assumendo la prospettiva dell’adolescente, il conflitto è necessario e inevitabile: va sperimentato per acquisire nuove conoscenze su se stesso, sugli altri e sulle regole secondo cui funziona il mondo.

Il conflitto non deve essere visto come una sconfitta, ma come un’opportunità per la crescita e lo sviluppo del ragazzo.

Chiaro, il conflitto può mettere in difficoltà anche i genitori. Affrontare l’adolescente e trovarsi spesso nella necessità di prenderlo per le corna può far sentire in ansia, arrabbiati e, soprattutto, far sentire messi in discussione proprio nel ruolo di genitori.

Adolescenza, problemi con i genitori e genitori che si prendono (giustamente) sul serio

È fondamentale che i genitori prendano sul serio la fatica che devono sopportare e si mettano nell’ordine di idee di ascoltare i propri sentimenti, per affrontare e aiutare efficacemente il figlio.

Il conflitto creato dall’adolescente arrabbiato, silenzioso, violento o ribelle è una richiesta di ascolto.

Spesso un adolescente che si comporta male lo fa nella speranza di ricevere un messaggio che lo aiuti ad orientarsi nel mondo:

Fino a qua ti è concesso fare come vuoi, da qua in poi stai esagerando.”

Così rischi di farti male. Basta.”

Se non la smetti di provare a non pensare a cosa ti fa stare male è impossibile che tu stia meglio.”

Queste reazioni hanno la fondamentale funzione di permettere all’adolescente di distinguere fra buoni e cattivi comportamenti, buoni e cattivi pensieri, situazioni in cui essere contento di essere libero e situazioni in cui concedersi di fare tutto quello che si vuole è solo immaturità.

Certo, non è semplice fornirgli delle occasioni del genere.

Venire provocati, insultati e messi continuamente in discussione rischia di far sentire costantemente poco capaci di dare una risposta autorevole alle richieste del ragazzo. Ascoltarsi, concedersi di pensare che in questo marasma è inevitabile fallire (e spesso) ma che è essenziale continuare a provarci è essenziale per farlo sentire ascoltato e soccorso.

Tutto questo, dicevamo, è difficile: essere in conflitto significa venire costantemente messi in discussione e, di conseguenza, si può finire per sentirsi inefficaci.

Questo è particolarmente probabile che accada quando un ragazzo ha problemi comportamentali importanti (uso di sostanze, partecipazione e risse, furti, condotte pericolose). Ci si sente sconfitti e si rischia di reagire in modo caotico, basandosi su una sensazione interna di allarme.

Cosa fare quando un adolescente ha un rapporto problematico con i genitori?

Quindi, tutto questo cosa vuol dire? Che la soluzione è ascoltare amorevolmente e passivamente?

Chiaramente no.

La questione è cercare di non agire sulla base di princìpi astratti, ma tentare di misurare le risposte che si danno e contromisure che si prendono sulla base dell’interpretazione delle esigenze del figlio che si ha davanti.

Se non accetta le regole sugli orari di rientro, ad esempio, il punto non è solo quanto si ritiene corretto di dover essere inflessibili e pretendere obbedienza, ma anche se quella violazione nasce dall’entusiasmo legato ad una libera sperimentazione contornata di mille messaggi rassicuranti del tipo “sono in ritardo ma arrivo, non ti preoccupare” può avere senso essere elastici. Nel caso in cui scompaia completamente, dopo essere già venuto meno ai patti più volte, può avere più senso dimostrare meno flessibilità, non tanto nella speranza di correggere il comportamento, ma di comunicargli quale sia lo spazio di sperimentazione tollerato e cosa venga considerato un eccesso.

Per poter decidere di queste situazioni è necessaria una ricostruzione delle motivazioni che stanno dietro alle sue azioni, operazione che spesso è prevalentemente inconsapevole ed è utile divenga un po’ più consapevole: se prova a farla simpaticamente franca ma non si dimentica che a casa ci sono adulti preoccupati per lui che gli hanno già dato abbastanza libertà le conseguenze dovranno essere diverse da un ragazzo che vuole arrivare a tutti i costi al limite.

Chiedere cos’abbia in testa quell’adolescente è l’aspetto fondamentale per creare un circolo virtuoso che, alla fine, porterà ad una riduzione della conflittualità, facendolo non tanto perché una parte l’avrà avuta vinta sull’altra, ma perché tutti avranno ottenuto dallo scontro quello che cercavano: un senso.

Quando le proprie azioni hanno un senso più chiaro, è molto più facile sentirsi padroni di sé e questo è uno degli obiettivi fondamentali per un adolescente: conoscersi e diventare autenticamente autonomi.

Tra l’altro, anche i genitori traggono un beneficio dallo stesso processo: trovare una coerenza nelle proprie azioni educative dà la soddisfazione di sentire di svolgere efficacemente il proprio ruolo di genitore.

In conclusione, i problemi fra ragazzi e genitori sono un aspetto non solo comune, ma fondamentale dell’adolescenza. Questi problemi servono a crescere e spesso questo può essere appreso solo attraverso un buon uso del conflitto.