Quando un figlio ti delude. Cosa fare?

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Si rimane delusi da un figlio quando il suo comportamento non incontra le proprie aspettative.

Queste aspettative non sono solo qualcosa di inevitabile, sono qualcosa di utile, in quanto permettono
al ragazzo di ricevere un’indicazione su come orientarsi nel mondo, proprio sulla base dei suggerimenti più o meno diretti dei genitori.

Le aspettative dei genitori, poi, permettono ad un figlio di avere uno stimolo da cui partire per costruire la propria identità, confrontando il proprio modo di vedersi con il modo in cui si sente visto dai genitori.

Questo confronto, poi, rende necessario un lavoro di affinamento degli strumenti psicologici a disposizione della mente del ragazzo.

Quando un figlio ti delude: utilità delle aspettative

Cercare di far coesistere i propri desideri e quelli del genitore, cioè, può significare sviluppare facoltà come la resistenza alla frustrazione di non poter fare in ogni caso quello che si desidera e la conseguente necessità di scegliere quali sono le parti di sé che si considerano desiderabili e indesiderabili.

Insomma, è importante parlare ad un figlio di quello che si vede quando si pensa a lui perché, così facendo, gli si propone un’immagine di cosa sia giusto e sbagliato.

Gli si fornisce l’occasione per resistere sperimentare l’idea che facciano parte di lui anche componenti negative e di farlo nel rassicurante contesto di una relazione affettuosa.

Proprio questo confronto fornito da qualcuno che lo ama profondamente gli fornisce l’occasione di strutturare un pensiero originale su di sé a partire dalla sottolineatura, più o meno marcata del genitore.

Non a caso, l’elaborazione di questi contenuti mentali avviene spesso attraverso una modalità conflittuale che spesso prevede che il figlio pensi, dica e faccia il contrario di quello che vorrebbe il genitore, fino a che l’età e l’esperienza non permettono al figlio di maturare un’immagine di sé più certa e stabile
di sé, con un conseguente abbassamento dei toni.

Le aspettative di un genitore, cioè, spingono un figlio a chiedersi “Chi sono?” e questo è particolarmente importante se la propria immagine di sé è in costruzione, come avviene in adolescenza.

Quando un figlio ti delude: pericoli delle aspettative

Ora bisogna dire, però, che le aspettative possono anche essere pericolose, in quanto i desideri nei confronti di un figlio, quando sono molto intensi, possono non permettere di vedere con chiarezza se questi siano realistici per quel figlio, realizzabili concretamente da lui e, cosa importante dal punto di vista
psicologico, compatibili con la sua personalità.

Il caso dell’incompatibilità fra personalità del figlio e desideri del genitore è particolarmente importante, perché può creare confusione e frustrazione in un ragazzo che non capisce se quello che gli si chiede sia
dovuto, e se quindi dovrebbe sentirsi in colpa di non riuscire a realizzarlo, oppure se i progetti che sono stati fatti su di lui non tengono conto di chi lui sia. (Di quanto sia capace di soddisfare alcune specifiche aspettative, ad esempio.)

Situazioni come un figlio che non studia, che non va a scuola, fallimenti universitari, difficoltà di approccio al mondo del lavoro, litigi, ragazzi che mentono o rubano sono occasioni di delusione da cui non si riesce
ad uscire a meno che non ci si metta nei loro panni, tentando prima di tutto di sintonizzarsi sulla ragione che li ha spinti a creare la delusione.

Queste faccende sono chiaramente sempre legate alla storia personale di ciascun ragazzo e vanno dal rifiuto dello studio per paura di non essere all’altezza delle aspettative alla ricerca attiva del conflitto in modo da affermare una nascente autonomia di cui si sente insicuro.

Tentare di ottenere un cambiamento senza passare per una comprensione delle sue ragioni rischia di portare a poco, perché, attraverso le cose che fa, l’adolescente manifesta bisogni emotivi che avverte in contrasto con le richieste che gli sono state fatte.

(Questo accade, ad esempio, quando si ribella a richieste che sono ragionevoli pur di sentire di dover decidere con la propria testa per sentire di non doversi più appoggiare ai genitori come farebbe un bambino. In questo tipo di situazioni, un ragazzo può diventare particolarmente arrogante pur essendo, spesso, fondamentalmente insicuro).

Questo conflitto solitamente, non si può evitare. È impossibile e, soprattutto, non è utile: l’adolescente può chiedere di essere aiutato a capire meglio chi è e cosa ci sia di buono e di meno buono dentro di sé proprio attraverso il conflitto con i genitori

Quando un figlio ti delude: come comportarsi?

Abbiamo visto che alcuni adolescenti hanno contemporaneamente bisogno di ricevere un riscontro su loro stessi da parte dei genitori, ma di percepire l’interesse dei genitori nei loro confronti soprattutto come pressione psicologica.

…quindi la soluzione è eliminare ogni pressione?

No, se cercano un riscontro è perché fino a che non hanno un’immagine sufficientemente soddisfacente di loro stessi insisteranno per i genitori per riceverne una da loro, tentando contemporaneamente di gestire i sentimenti contrastanti che sono inevitabili, dato che l’adolescente desidera contemporaneamente essere aiutato ed essere riconosciuto come soggetto autonomo.

È insomma importante che questo aiuto gli venga dato, ma di in un modo che non venga percepito come umiliante, cosa che porterebbe ad atteggiamenti autodifensivi palesi o nascosti.

Una volta che ci si mette nei suoi panni, si sente di essere in grado di empatizzare autenticamente con il suo punto di vista e si vede che il ragazzo è interessato a stare ad ascoltare, ecco che si crea l’occasione per essere ascoltati a propria volta.

Lo spazio per esprimere il proprio dispiacere per il suo comportamento si crea quando si mette l’adolescente nella condizione di essere a propria volta capace di ascoltare.

Se il ragazzo sente l’interesse nei suoi confronti diventa libero di mostrarsi interessato a cosa sentono i suoi genitori.

Si può cioè provare a fargli capire come il suo comportamento rischi di peggiorare l’idea che si ha di lui, la quantità di fiducia che si sente di potergli dare e quanto si sente che il suo modo di fare lo danneggi.

[Questo è particolarmente importante quando il suo comportamento è problematico in modo particolarmente evidente.]

Nella pratica, tutto questo si svolge in molto diverso di situazione in situazione.

L’aspetto più importante, è che è molto probabile che quel figlio sappia già di aver deluso delle aspettative e che si senta almeno un po’ in colpa per questo.

Questa situazione può però trasformarsi in un’occasione fondamentale di crescita, però, se diventa capace di sopportare i rimandi e i rimproveri su quello che è e quello che fa.

Spesso un ragazzo vuole scappare da questo tipo di rimproveri per paura di doversi confrontare con un’immagine di sé eccessivamente negativa.

[Sostanzialmente per difficoltà nel campo dell’autostima.]

Questo pone immediatamente il problema del rischio di trattare quello che ha fatto come se si trattasse di un errore da cancellare, o per eccesso di rabbia nei suoi confronti o per eccesso di bontà.

Tentare di fare come se nulla fosse accaduto rischia però, al di là dei modi in cui quest’idea viene comunicata, di far passare il messaggio che le sue azioni sono intollerabili, inaccettabili e che si preferisce non pensarci che farci i conti. Quell’adolescente rischia di sentire, paradossalmente, che si deve sbarazzare (o perlomeno vergognare mortalmente) di quella parte di lui che le ha prodotte.

Un’ingiunzione così forte rischia di impedire ogni possibilità di reale elaborazione delle componenti emotive della situazione, in quanto c’è il rischio che il ragazzo la trovi troppo spaventosa e dolorosa per poterla avvicinare.

Come abbiamo visto quel ragazzo ha bisogno del contrario, cioè di trovare un modo di pensare alle proprie criticità per poterle trattare con più disinvoltura.